In viaggio: arrivo a Kulùm

"Noi scendemmo al caravanserraglio, ove appena si fece attenzione alla nostra presenza. Un caravanserraglio è troppo conosciuto perchè sia necessario di farne una lunga descrizione; è uno spazio quadrato circondato di muri, sotto ai quali son delle cellule o appartamenti, in cui si prende alloggio: le merci e gli animali stanno nel cortile. Ciascun individuo ha la sua cella, ov'è assolutamente segregato; poichè è contrario all'uso che uno l'altro importuni: quelli che veggonsi son de' viaggiatori, tutti affaticati e stanchi. Se dappertutto la società si contenesse ne' limiti come in un caravanserraglio, il mondo sarebbe esente dai mali della calunnia. Colà ci riposammo dopo una lunga e laboriosa giornata fra monti e rupi; e questo cambiamento fuper noi di gran sollievo. Dopo la nostra partenza da Cabul, avevam dormito sempre vestiti, e non avevam potuto che raramente cambiar di vesti, quantunque più volte dovessimo far alto in mezzo al fango, traversare i fiumi a guado, marciar nella neve, e negli ultimi giorni fossemo stati arrostiti dal sole! Ma queste non son che lievi pene per un viaggiatore, e sembrano anche insignificanti allorchè si paragonano al piacere di veder nuovi paesi e nuove genti, costumi ed usanze straniere; e di poter temprare i pregiudizi della propria patria, osservando quelli delle altre nazioni." (da Raccolta di viaggi dalla scoperta del Nuovo Continente fino a' dì nostri di Francesco Costantino Marmocchi)