
Ecco gli ingredienti della formula correntemente intesa come tradizionale:
- Qrçoub, la curcuma;
- Gouza el bloutia, la noce moscata intera, ossia Gouzt ettiab, il frutto, e Bsibsa, il macis;
- Oud en nouar, i chiodi di garofano;
- Qarfa, la cannella, e Dar el cini, la corteccia di cassia;
- Qâqulla, il cardamomo verde (Elettaria Cardamomum, var. Minor), e Hil et abachi, il cardamomo selvatico (Elettaria Cardamomum, var. Major), che potrebbe però essere anche il frutto di una pianta della famiglia delle Asclepiadaceae, o forse del Triplochiton scleroxylon, detto abachi o obeche in alcune parti d'Africa;
- Habbt el soudane, la nigella;
- Khdenjal, la galanga;
- Sknjbir, lo zenzero, e lo zenzero bianco del Giappone;
- Tara soudania, il rizoma di una pianta simile allo zigolo;
- Oud lamber, il rizoma d'iris;
- Rous el ward, i petali di rosa damascena della valle del Dadès;
- Khzama, i fiori di lavanda;
- Elbzar, il pepe nero;
- Dar felfell, il pepe lungo;
- Gouza sahraouia, l'aframomo;
- Nouioura, il pimento;
- Gouza el asnab, "frutti balsamici" non meglio indentificati;
La ricetta originaria prevede anche due ritenuti afrodisiaci:
- Kherouâ, il "pepe dei monaci", ossia le bacche di agnocasto;
- Lissan ettir, i frutti del frassino, appositamente importati dall'Europa;
e due accertati veleni:
- Zbibet el laïdour, le bacche di belladonna;
- Debban elhand, una polvere di coleottero (Lytta Vesicatoria) la cui commercializzazione è da anni proibita.
- Qrçoub, la curcuma;
- Gouza el bloutia, la noce moscata intera, ossia Gouzt ettiab, il frutto, e Bsibsa, il macis;
- Oud en nouar, i chiodi di garofano;
- Qarfa, la cannella, e Dar el cini, la corteccia di cassia;
- Qâqulla, il cardamomo verde (Elettaria Cardamomum, var. Minor), e Hil et abachi, il cardamomo selvatico (Elettaria Cardamomum, var. Major), che potrebbe però essere anche il frutto di una pianta della famiglia delle Asclepiadaceae, o forse del Triplochiton scleroxylon, detto abachi o obeche in alcune parti d'Africa;
- Habbt el soudane, la nigella;
- Khdenjal, la galanga;
- Sknjbir, lo zenzero, e lo zenzero bianco del Giappone;
- Tara soudania, il rizoma di una pianta simile allo zigolo;
- Oud lamber, il rizoma d'iris;
- Rous el ward, i petali di rosa damascena della valle del Dadès;
- Khzama, i fiori di lavanda;
- Elbzar, il pepe nero;
- Dar felfell, il pepe lungo;
- Gouza sahraouia, l'aframomo;
- Nouioura, il pimento;
- Gouza el asnab, "frutti balsamici" non meglio indentificati;
La ricetta originaria prevede anche due ritenuti afrodisiaci:
- Kherouâ, il "pepe dei monaci", ossia le bacche di agnocasto;
- Lissan ettir, i frutti del frassino, appositamente importati dall'Europa;
e due accertati veleni:
- Zbibet el laïdour, le bacche di belladonna;
- Debban elhand, una polvere di coleottero (Lytta Vesicatoria) la cui commercializzazione è da anni proibita.
Le preparazioni confezionate contengono spesso meno di dieci spezie. Alcuni usano anche il pepe rosa. Il miscuglio si trova a volte in polvere, a volte grezzo. Gli ingredienti, tutti già seccati, dovrebbero essere miscelati interi e macinati insieme. La varianza è conforme allo spirito di queste miscele, che ogni cuoca e ogni speziere ha modificato secondo il proprio gusto e secondo le disponibilità, sino a trovare la formulazione prediletta. Personalmente, oltre alla Tara soudania e agli ultimi cinque elementi, ometto la nigella, uso l'anice verde e il cardamomo in polvere, aggiungo pepe bianco e cardamomo nero, pestando separatemente a mortaio o grattuggiando ogni ingrediente che non sia già polverizzato.