In viaggio con i profumi: il wuzulan del Mali

"Je voyais ma mère préparer le wusulan. C’est un souvenir impérissable." (da Parfums du Mali. Dans le sillage du wusulan. di Adame Ba Konaré).

Qualche anno prima dell'uscita del profumo Timbuktu, Adame Ba Konaré, storica e moglie del presidente malese, ha pubblicato un libro scientifico e appassionato che ha fatto conoscere al mondo la tradizione dell'incenso malese. Arte o magia che la si voglia intendere, il wusulan ha una caratteristica, peculiare unità: è insieme profumazione personale e d'ambiente, bruciata nell'intimità segreta della casa, impregnandosi pelle e indumenti delle esalazioni; è erba, legno e balsamo; è acqua di macerazione, fuoco di lenta combustione e aria come veicolo della profumazione; è profumazione casalinga e commerciata, perché gli ingredienti sono scelti e acquistati dai rivenditori locali, secondo le proprie possibilità e i prezzi comunemente praticati, da donna a donna, e composti nella miscela rituale, secondo la propria tradizionale ricetta, tramandata da madre in figlia; è regno inviolabile della maestria femminile e al tempo stesso dichiaratamente rivolto all'uomo; è contemporaneamente sortilegio di seduzione e vincolo di fedeltà.
"Chaque lundi, jour de marché, éleveurs Peuls, paysans Dogons, pirogues débordantes de mil et de noix de Kola, convergent vers Djenné la Malienne, joyau de la vallée du Niger. À l'ombre des remparts de la mosquée d'argile, la foule se presse autour des femmes qui fabriquent le wusulan". (da Route Shop. Pour trouver l'introuvable...)
"Fatim la luciole, Fatim la libellule! Fatim la lanterne de Bamako! Fatim l'élégante des élégantes! On reconnaît ta maison à dix mille lieues, pas seulement par sa beauté, mais par les voluptueux arômes d'encens qu'elle dégage". (da Quand l'ail se frotte à l'encens di Adame Ba Konaré).
"J'en garde encore la douceur sur les lèvres. Rien ne pourra l'effacer, jamais. Il avait le goût du sel de ses larmes et de son wusulan ' que j'aimais. Peut-être était-ce l'espoir, peut-être la seule consolation qui devait me rester pour l'éternité". (da Prison d'Afrique di Jean-Paul Alata)