In viaggio: le rovine presso Mazinan

"17 aprile. — Mazinan (sette farsahk), prima stazione entro i confini del Khorassan. Oggidi non è che un piccolo villaggio, quantunque sia posto in una pianura irrigata, ed il cui terreno sembra eccellente. Dappertutto, sopra una grande estensione, si vedono dei villaggi in rovina, delle cinte abbandonate, fra cui si distinguono alcuni rùderi di monumenti dell'epoca musulmana. Secondo gli abitanti, l'antica città era posta ad un'ora dal villaggio; era grande e fiorente all'epoca in cui la popolazione era guebra, ed anche dopo la conquista degli Arabi. Fui informato esservi nei dintorni un monumento in mattoni dell'epoca guebra, su cui si vedevano dei caratteri, ma intierarnente illeggibili. Mi occupai in raccogliere le iscrizioni, abbastanza conservate, d'un vecchio caravanserraglio, principale rovina che fosse alla mia portata. Ciò che ne resta attesta la sua antica grandezza e l'eleganza con cui era stato costrutto. Questo monumento, secondo l'opinione del signor Reynaud, sarebbe del decimo o dell'undecimo secolo dell'era nostra. Si pensa poco alle riparazioni di questi antichi edificii. Talvolta, quando sono sul punto di crollare, si rifabbrica coi loro avanzi qualche cosa di moderno, senza carattere e senza solidità." (da Quattordici mesi di prigionia fra i Turcomanni del signor Enrico di Colibouef di Blocqueville, ne Il giro del mondo: giornale di geografia, viaggi e costumi, 1867)
Poco da aggiungere, se non la considerazione amara e solidale al signor di Colibouef: in un secolo e mezzo, da questo punto di vista, si è imparato ben poco.